Che cos’è e a cosa serve il Mindful Eating

Che cos’è e a cosa serve il Mindful Eating

Mindfulness è un termine inglese che significa portare l’attenzione e prendere consapevolezza di ciò che succede nel nostro corpo, nella mente e al di fuori di noi, nell’ambiente che ci circonda, senza giudizio e critica. Questo atteggiamento può essere applicato anche all’atto del mangiare, e prende il nome di Mindful Eating. Tutti noi siamo chiamati a mangiare per nutrire il nostro corpo, più volte al giorno, e il Mindful Eating insegna e promuove un’attenzione consapevole mentre consumiamo i nostri pasti.

Mindful Eating spiegato semplice

Mi piace citare una definizione di Jan Chozen Bays dal suo libro Mindful Eating:

“il Mindful Eating è un’esperienza che coinvolge in maniera totale. Corpo, cuore e mente ci assistono nello scegliere il cibo, prepararlo e mangiarlo. Il Mindful Eating coinvolge tutti i sensi, ci immerge nell’esperienza del mangiare attraverso il colore, la consistenza, l’odore, il gusto e persino il suono collegati al bere e al mangiare. Ci permette di essere curiosi e giocosi mentre osserviamo le nostre reazioni al cibo i segnali che arrivano riguardo alla soddisfazione e alla sazietà. Il Mindful Eating non è regolato da grafici, tavole o bilance, non è regolato da alcun esperto, è guidato dalle nostre esperienze interne, momento per momento. Ognuno ha un’esperienza che è unica, quindi, in questo caso, l’esperto sei solo tu.”

Come spiega chiaramente questa citazione, alla base della pratica  c’è la volontà di contrastare l’idea diffusa, soprattutto dal mondo delle diete, che ci sia qualcuno che sappia definire meglio di noi stessi quanto e quando dobbiamo mangiare. Il Mindful Eating, al contrario, si basa sul fatto che ognuno di noi sia in grado di connettersi alla saggezza del proprio corpo e a quel sistema di autoregolazione che tutti abbiamo dalla nascita, ma che nel corso della nostra vita, è stato influenzato dall’esterno, sia da influenze culturali che dalla tendenza ad attribuire etichette ai cibi che consumiamo: sani, proibiti, grassi, che fanno male. Il Mindful Eating ci invita, ogni volta che mangiamo, ad adottare un atteggiamento aperto e vivere pienamente l’esperienza che ci sta accadendo in quel preciso momento, coinvolgendo tutti i nostri sensi e il nostro corpo. Il Mindful Eating ci insegna inoltre a trasformare il cibo da una fonte che per molte persone può essere di sofferenza, senso di colpa, vergogna e insoddisfazione a fonte di nutrimento, autoconoscenza e piacere. Quando ci approcciamo ai nostri pasti, lo facciamo mossi dalla volontà di nutrire un certo stato d’animo, ma difficilmente ci poniamo le giuste domande. Prova a chiederti: ho fame? Dove sento la fame? Quale parte di me ha fame? Di che cosa ha bisogno il mio corpo? Cosa mi sta chiedendo il mio corpo? Quali nutrimenti soddisfano i bisogni del mio corpo? Che  sapore percepisco in questo momento? Il mio corpo quali segnali mi manda? Sono sazio? Quale parte di me si è saziata? Sono solo sazio o anche soddisfatto?

Una cosa alla volta

Quindi applicare la Mindfulness al mangiare non significa solo consumare i pasti con calma: posso anche mangiare molto lentamente ma se sono perso nei miei pensieri e faccio altro, come parlare, camminare, guardare la tv o solo pensare, il sapore dei cibi che assumo viene perso o non percepito del tutto, perché la nostra mente non riesce ad assolvere due funzioni distinte contemporaneamente. Questo è il motivo per cui possiamo arrivare a mangiare una torta intera, ma gustarne al tempo stesso pochissima perché quando non assaporiamo quello che mangiamo, finiamo per masticare in un atto automatico fino a sentirci troppo pieni e al tempo stesso poco soddisfatti: se la nostra mente e la nostra bocca non sono presenti, non gustano il cibo che abbiamo nel piatto; lo stomaco si riempie, ma sia la mente che la bocca restano insoddisfatti e ci chiedono di continuare a mangiare. Se invece mangiamo e restiamo connessi con la nostra esperienza ci possiamo sentire pienamente soddisfatti anche se il pasto è molto semplice e frugale; la cosa fondamentale per capire se effettivamente siamo consapevoli è capire dove si trova la nostra mente mentre mangiamo: è concentrata nella nostra bocca e nel nostro stomaco, nell’atto del mangiare o è persa in riflessioni e giudizi? Questo è l’aspetto principale. Praticare la Mindfulness significa mangiare lentamente e limitare le distrazioni, ma non solo: si tratta di una disciplina che non può essere appresa se non attraverso l’esperienza e la pratica diretta. Questo è l’unico modo di cogliere sia l’esperienza del nostro corpo, sia di dare risposta ai nostri bisogni.

Nessun cibo è vietato

Un altro pilastro del Mindful Eating è che non esistono alimenti vietati quando si mangia con moderazione, varietà, equilibrio e consapevolezza: questo fa sì che anche un cibo che potrebbe essere valutato dal senso comune come poco sano possa essere parte di un’esperienza vissuta con apertura, curiosità e in modo giocoso, lasciando andare i sensi di colpa e la vergogna. Attraverso il Mindful Eating possiamo mettere a fuoco quelli che sono i nostri reali bisogni: quando non riusciamo a dare loro una risposta adeguata, soprattutto se si tratta di bisogni emotivi e relazionali o della necessità di avere più tempo per prenderci cura di noi stessi e dedicarci a quello che ci piace, il cibo non è mai la risposta giusta. Così impariamo quando il cibo realmente risponde a un bisogno fisiologico e quando è necessario dare una risposta diversa a qualcosa che viene scambiata come necessità fisica di cibo che tende a dare risposta a un bisogno emotivo.

 

Ci vediamo la prossima settimana con un esercizio di Mindful Eating che puoi mettere in pratica ogni volta che mangi e desideri allenarti ad essere

– consapevole dell’esperienza con il cibo

– curioso delle sensazioni corporee

– aperto a riconoscere i tuoi stati interni.